Amelogenesi imperfetta Studio dentistico a Catania Palmeri

Amelogenesi imperfetta

Quando lo smalto dentale è alterato

Si tratta di un difetto dello smalto geneticamente determinato. Diagnosticarlo precocemente consente di prevenire carie, sensibilità dentinale, fratture, usura, perdita precoce dei denti.

Una delle ragioni per le quali un paziente, spesso, si sente disorientato e a disagio quando si relaziona con un medico, è il linguaggio tecnico che non sempre viene compreso nel suo significato e pone una vera e propria barriera dovuta al non capire di cosa si stia parlando.

Amelogenesi imperfetta: non è un termine che di certo utilizziamo nel nostro linguaggio quotidiano. Di cosa stiamo parlando allora? Perché è così importante prevenirla?

Iniziamo a spiegare cosa sia “l’amelogenesi imperfetta”: si tratta di un difetto dello smalto geneticamente determinato, ovvero scritto nel nostro patrimonio genetico e che ereditiamo dai nostri genitori. Sotto questo termine sono racchiuse una grande varietà di forme cliniche che portano alla formazione di alterazioni dello smalto.

 Rispondiamo ora alla domanda che ne segue “cos’è lo smalto?”: lo smalto è la sostanza che costituisce l’ultimo strato del dente, quello a contatto con la cavità orale. La caratteristica dello smalto è quella di essere molto duro in quanto costituito per il 96% da composti di calcio (essenzialmente idrossiapatite) e solo per il restante 4% da fibre organiche, non contiene cellule e solo minime tracce di acqua. Queste caratteristiche gli consentono di resistere al carico masticatorio e, grazie all’elasticità della dentina sottostante, non si frattura facilmente. Di contro, lo smalto è solubile agli acidi, come dimostrato dalla demineralizzazione promossa dagli acidi del metabolismo dei batteri alla base della carie.
Tecnicamente l’amelogenesi è la fase dell’odontogenesi durante la quale gli ameloblasti formano lo smalto dei denti.

Si manifesta in tutti gli individui allo stesso modo? La risposta è no. L’amelogenesi imperfetta può manifestarsi in maniera molto diversa da caso a caso, sia dal punto di vista clinico che istologico, e nelle caratteristiche genetiche. Anche il numero di elementi coinvolti può variare, sebbene in genere la condizione interessa l’intera dentatura decidua e permanente.
Possono dei fattori ambientali causare amelogenesi? Sì.
Come abbiamo anticipato all’inizio, questa anomalia dello sviluppo dello smalto viene ereditata come carattere autosomico dominante legato al cromosoma X (possono quindi trasmetterla tanto il padre quanto la madre), ma non solo la predisposizione genetica ma anche alcuni fattori ambientali e/o sistemici possono causare anomalie di formazione dello smalto, sia da un punto di vista qualitativo (smalto ipomineralizzato) sia dal punto di vista quantitativo (smalto ipoplasico), che entrambi.

Qualsiasi grave deficit nutrizionale, malattia sistemica o alterazione che avvenga durante il periodo di formazione dei denti, che essi siano decidui o permanenti, è in grado di provocare una ipoplasia o una ipomineralizzazione dello smalto.
A seconda della severità, la durata e la natura della noxa patogena, infezioni virali in gravidanza, malattie della madre, eccesso di ioni fluoruro, nascita prematura, ipocalciemia, malattie infettive gravi dell’infanzia, esantemi virali, malattie gastrointestinali, endocrine, carenze nutrizionali, chemioterapia oncologica possono portare ad alterazioni a carico dello smalto di un solo dente, di un grupo di denti, o di tutti i denti,.

Le due forme, ipoplasica e ipomineralizzata, possono combinarsi in maniera varia dando vita ad una vasta gamma di manifestazioni cliniche:
smalto bianco gessoso che si consuma e si scheggia facilmente;
infossature, solchi, rugosità della superficie dei denti;
fossette spesso pigmentate di marrone/giallo disposte a banda orizzontale;
strisce gessose orizzontali

 

Perché è fondamentale una diagnosi precoce e la prevenzione?
La risposta, alla luce delle conseguenze, dovrebbe essere chiara da sé.
Nella quotidianità, questa patologia, crea dei disturbi non indifferenti che coinvolgono diverse sfere dell’esistenza del paziente che ne è affetto.
Diagnosticare precocemente l’amelogenesi, permette di godere di una qualità della vita migliore, sotto tutti i punti di vista: pratico, psicologico, del tempo a propria disposizione ed economico.

Nei pazienti più gravemente colpiti, i denti possono esibire rapida perdita di struttura o fratture dello smalto, alterazioni di spessore, colore e forma che portano ad una rapida usura, ipersensibilità agli stimoli, problemi alla funzione masticatoria e non meno importante, all’estetica.
Amelogenesi e gengiviti sono spesso associate, con la conseguente necessità di doversi sottoporre a numerose e ripetute visite odontoiatriche per sostituzioni e rifacimenti dei restauri.
Durante l’alimentazione tali difetti dello smalto provocano ai denti problemi di sensibilità e di dolore quando esposti ad aria fredda – provando solo a risucchiare dell’aria a labbra socchiuse e denti stretti, si avvertirà già del fastidio.
Il nostro sorriso è una parte fondamentale del nostro biglietto da visita, l’aspetto dei denti ha un peso emotivo e psicologico per il paziente che non deve essere sottostimato o messo in secondo piano rispetto alla funzionalità, ma va sempre tenuto in considerazione con pari importanza. Quando un paziente evita di sorridere o aprire bocca perché prova vergogna dei propri denti, mina la fiducia in se stesso e riduce le interazioni sociali, con tutte le conseguenze che ne possono derivare.
Non sottovalutiamo quindi i difetti dello smalto ma impegniamoci a mettere in atto semplici ed efficaci strategie preventive come la fluoroprofilassi, controlli periodici e restauri conservativi.

 

 Amelogenesi imperfetta con ipoplasia e ipomineralizzazione dello smalto.

“Dentini da latte”