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Terapie odontoiatriche per la salute cerebrale: malocclusione e rischio Alzheimer

Recenti studi eseguiti hanno dimostrato che uno squilibrio nell’apparato muscolare della mandibola è una delle cause che portano a peggiorare processi cognitivi, fino ad arrivare, appunto, al morbo di Alzheimer

Mettere in relazione una cattiva masticazione con una maggiore possibilità di sviluppare patologie come l’Alzheimer e malattie neurodegenerative che influiscono sulla memoria, vigilanza e attenzione, può sembrare insolito quanto inverosimile.

Recenti studi eseguiti dal docente V. De Cicco, aquilano, hanno dimostrato che uno squilibrio nell’apparato muscolare della mandibola è una delle cause che portano a peggiorare processi cognitivi, fino ad arrivare, appunto, al morbo di Alzheimer.

Con i suoi studi, il Dottor De Cicco ha compiuto dei passi decisivi nella comprensione e nella cura delle patologie neurodisfunzionali causate da squilibri dei muscoli masticatori, aprendo una breccia su correlazioni ad oggi impensabili sulle connessioni fra malocclusione dentale e disfunzione dei neuroni del Locus Coeruleus, la sola fonte di produzione della noradrenalina nel sistema nervoso centrale, è lì ha inizio la neurodegenerazione che solo dopo molti anni si estende alla corteccia cognitiva.

 

Lo squilibrio dei muscoli che permettono alla mandibola di serrarsi, valutato mediante esame di elettromiografia di superficie, secondo lo studioso, peggiorerebbe i processi cognitivi e motori.

Tradotto in atto pratico, cosa vuol dire?: se la masticazione avviene soltanto da un lato, si iperattiva esclusivamente l’emisfero corrispondente creando così uno squilibrio. Masticare da un solo lato (spesso per mancanza di denti) riduce il numero di neuroni nell’Ippocampo – quell’area del cervello deputata alla memoria e all’apprendimento – ed il flusso di sangue che arriva al cervello.

 

Alla luce di queste studi, si comprende quanto sia essenziale insegnare ai nostri bambini a masticare in maniera alternata, quindi un boccone a destra e poi uno a sinistra, cercando di prediligere cibi di un consistenza più dura. È stato infatti dimostrato che “masticare migliora le prestazioni del cervello”, perché la masticazione potenzia la vigilanza, l’attenzione, la memoria, l’apprendimento e la velocità dei processi cognitivi.

Già nel 1959 il Professor Giuseppe Moruzzi aveva dimostrato che i segnali prodotti dal nervo preposto alla masticazione, il trigemino, sono in grado di desincronizzare l’attività elettrica della corteccia cerebrale, ovvero di svegliare, mentre la sonnolenza è indotta da una loro riduzione cronica. Un esempio pratico dell’importanza di questa scoperta, è quello di provare a masticare un chewing-gum per migliorare la vigilanza, in caso di guida notturna se dovesse sopraggiungere uno stato di sonnolenza.

I neurofisiologi considerano la masticazione un vero e proprio rimedio non farmacologico per prevenire le disfunzioni e i declini cognitivi.

Demenza Senile e Alzheimer sono malattie in netto aumento e con un esordio sempre più precoce, il World Alzheimer Report 2016 indica che il numero di soggetti affetti da tali patologie è destinato ad aumentare in maniera esponenziale, passando dagli attuali 47 milioni di casi a circa 131 milioni nel 2050.

 

Diversi studi hanno dimostrato come il numero di denti persi prima dei 35 anni e il tempo intercorso per sostituirli, possano rappresentare un fattore di rischio per le patologie in questione.

Da ciò, possiamo guardare alle cure odontoiatriche non solo per la loro rilevanza estetica, quanto fondamentali per la nostra salute cerebrale.

Specialmente in quei casi in cui la mancanza di denti sia presente in un solo lato, situazione più dannosa tra quelle possibili per il Sistema Nervoso Centrale, la riabilitazione implanto-protesica rappresenta una strategia terapeutica importantissima, perché gli effetti negativi possono essere recuperati quasi completamente reintegrando una corretta masticazione con capsule artificiali.

Basta avere tutti i denti, quindi, per stare bene? No.

Come già detto, una malocclusione, ovvero una disarmonia occlusale, può comportare problemi simili.

 

Delle buone e corrette abitudini di masticazione, tanto nei bambini quanto negli adulti, favoriscono uno sviluppo armonico dell’apparato dentale ed evitano l’asimmetrica attivazione degli emisferi cerebrali, condizione che, come provato in studi di laboratorio, favoriscono  l’insorgere dell’Alzheimer.

 

Riassumiamo in breve quelle che sono le corrette abitudini di masticazione e i benefici che la nostra salute ne trae, sono 5 come le dita di una mano:

  1. Masticare in entrambi i lati, alternando un boccone a destra e uno a sinistra
  2. Prediligiamo cibi con una certa consistenza rispetto a quelli più soffici che richiedono una masticazione quasi nulla. I cibi più consistenti sono più efficaci per incrementare la concentrazione, la memoria e favorire l’apprendimento.
  3. Masticare cibi consistenti è un modo non farmacologico per prevenire il declino delle funzioni cerebrali.
  4. La masticazione unilaterale rappresenta un fattore di rischio per la Demenza Senile e Morbo di Alzheimer.
  5. Se perdiamo un dente, facciamo in modo di sostituirlo il prima possibile per evitare di prendere l’abitudine di masticare da un solo lato. Una soluzione ottimale è rappresentata dalla riabilitazione implanto-protesica.

 

Ancora una volta ciò dimostra perché un odontoiatra deve essere un medico di fiducia presente nei nostri controlli di routine, e non solo “al bisogno”.

 

I lavori scientifici del Professor De Cicco sono su Pubmed.

 

Parole chiave

 

Locus coeruleus  Il locus coeruleus o “punto blu” è uno dei nuclei del sistema nervoso centrale; è un insieme ben delineato di cellule nervose dalle caratteristiche simili. Si trova nel tronco encefalico, la zona dell’encefalo che fa seguito al midollo spinale. È uno dei punti di riorganizzazione e smistamento dell’informazione che viaggia lungo vie ascendenti, che partono cioè dai nervi periferici fino ad aree precise del sistema nervoso centrale, o discendenti, che portano l’informazione elaborata dall’encefalo verso il sistema nervoso periferico. L’aggettivo coeruleus è dovuto alla pigmentazione azzurrina delle cellule nervose.

 

Noradrenalina: Noradrenalina o Norepinefrina, è un ormone prodotto dalla midollare del surrene insieme all’adrenalina, chimicamente derivato da quest’ultima per sottrazione di un radicale metilico; agisce sul metabolismo stimolando la glicolisi e la lipolisi, determina la vasocostrizione dei vasi sanguigni ed è il principale neurotrasmettitore dei nervi adrenergici; per le sue proprietà farmacologiche viene usato negli shock chirurgici e nei collassi cardiovascolari.

 

Corteccia cognitiva: Nell’essere umano la corteccia cerebrale presenta delle circonvoluzioni. Essa è notevolmente ripiegata al fine di poter contenere un,ampia superficie senza un aumento del volume del cervello. Le pieghe più profonde prendono il nome di scissure. Nella corteccia umana ci sono quattro scissure, due laterali e due centrali che rappresentano i punti di riferimento principali della corteccia umana. Attraverso queste scissure possiamo individuare quattro lobi:

  • il lobo frontale
  • il lobo parietale
  • il lobo temporale
  • il lobo occipitale.

La parte anteriore del lobo frontale viene denominata corteccia prefrontale. Ogni lobo, a sua volta, è sede di funzioni localizzate individuabili nella superficie cerebrale e denominate aree corticali. Quando queste aree subiscono dei danni si può osservare la compromissione o la scomparsa delle relative funzioni.

È possibile individuare 12 distinte regioni corticali e le loro principali funzioni:

  • corteccia prefrontale: emozioni e risoluzione di problemi
  • corteccia motoria associativa: coordinazione dei movimenti complessi
  • corteccia motoria primaria: inizio movimenti volontari
  • corteccia somatosensitiva primaria: riconoscimento informazioni sensitive
  • corteccia sensitiva associativa: elaborazione informazioni sensitive
  • corteccia visiva associativa: elaborazione delle informazioni visive
  • corteccia visiva: riconoscimento di stimoli visivi semplici
  • area di Wernicke: comprensione del linguaggio
  • corteccia uditiva associativa: elaborazione delle informazioni uditive
  • corteccia uditiva: riconoscimento delle qualità dei suoni (volume, tono)
  • corteccia inferotemporale: elaborazioni legate alla memoria
  • area di Broca: produzione del linguaggio