“Dottoressa, lei è favorevole al dentifricio fai da te?”
Conversazioni con i miei pazienti
“La salute dei miei pazienti, passa anche attraverso le mie risposte ai loro perché, non esistono quindi domande assurde o superflue, ma sono invece importanti le risposte semplici e chiare.”
Mi rendo conto di aver instaurato un buon rapporto di fiducia con i miei pazienti, quando questi mi chiedono un consiglio o un parere senza aspettarsi chissà quale reazione “infastidita” o di “puro orrore” in risposta ai loro dubbi, domandandomi anche il perché della mia posizione al riguardo.
Può capitare, agli esperti di un settore, di dare per scontato che la conoscenza nel proprio campo sia universalmente comprensibile e quindi certe domande siano assurde o superflue.
La salute dei miei pazienti, passa anche attraverso le mie risposte ai loro perché, non esistono quindi domande assurde o superflue ma sono invece importanti le risposte semplici e chiare.
Qualche tempo fa, un mio paziente mi ha rivolto questa domanda: “Dottoressa, lei è favorevole o contraria al dentifricio fai da te?”.
Gli ho risposto che sono favorevole qualora non siano presenti condizioni particolari come retrazioni gengivali, erosione dentale o sensibilità dentinale, dal momento che il dentifricio influisce tra il 20% e il 40% sulla prevenzione odontoiatrica. Ciò che più contanoin questo caso sono la costanza e l’accuratezza della spazzolatura.
Probabilmente incoraggiato dalla mia risposta – niente “no!” per partito preso – domanda ancora: “Quali danni possiamo causare ai denti se decidiamo di usare un dentifricio fatto in casa?”.
I danni più comuni sono la sensibilità dentinale e l’erosione dentale causata dal fatto che, di solito, nelle ricette fai da te, viene utilizzata una componente di base come il bicarbonato o l’argilla.
A questa risposta, ho visto un’espressione dubbiosa sul suo viso e ho chiesto di rimando “Mi scusi, posso domandarle io perché le interessa l’argomento?”.
Vengo così a sapere che, attraverso una sua ricerca sul web, tra i vari prodotti che possono essere fatti in casa aveva trovato anche il dentifricio. Forse, spinto dal “sacro timore” che certe iniziative potrebbero creare più danni alla salute e al portafoglio (per porvi rimedio) piuttosto che risparmi e benefici, prima di cimentarsi in quest’impresa “divertente” – sì, ha proprio detto che l’attività veniva presentata come divertente – aveva preferito consultarsi con me, tirando fuori dalla tasca un foglio con alcune ricette che aveva trovato.
Scorro velocemente le varie soluzioni, alcune vanno bene altre sono decisamente da evitare. Gli spiego così che non sono contraria a priori sul fai da te ma che in termini di salute un divertimento simile può rivelarsi dannoso e non sempre le informazioni che si trovano sul web sono esatte, o comunque possono esserlo solo in parte; come esempio prendo l’affermazione: “Secondo l’Ayurveda il dentifricio dovrebbe essere astringente e amaro. Se viene usato un dentifricio dolce, la saliva diventa densa e ricca di calcio e tende a formare depositi di tartaro sui denti”.
Nel mio studio uso una polvere dentifricia a base di curcuma e argillla ventilata, soprattutto per la lucidatura dopo l’igiene professionale, perché gli ingredienti che contiene hanno un fortissimo potere astringente e decongestionante. La ricetta é ayurvedica. Mi rendo conto che il sapore non sia per tutti, prima di usarla in studio l’ho infatti provata su me stessa e dopo una settimana sono ritornata al mio dentifricio salino!, la parte inerente il dentifricio dolce e la saliva densa è invece errata.
“I dentifrici commerciali, soprattutto quelli per bambini, sono troppo dolci”.
Per i bambini bisognerebbe usare un dentifricio al fluoro con concentrazione adatta all’età, allo scopo di prevenire le lesioni cariose creando uno smalto più resistente. Quelli in vendita al supermercato possono andare bene, purché rispettino le dosi di fluoro per fascia d’età.
Il dentifricio al fluoro è raccomandato dal Ministero della Salute nelle linee guida, sottolineo nuovamente che la pulizia dei denti, anche per ciò che riguarda i bambini, è data fondamentalmente dall’azione meccanica dello spazzolino.
Il dentifricio quindi non è essenziale (come non lo è la schiuma che produce) ma comunque può essere un valido supporto per l’igiene orale.
Se proprio vogliamo preparare noi stessi il dentifricio, deve avere le seguenti caratteristiche:
- una discreta azione detergente ma non deve essere abrasivo
- può essere un veicolo per un medicamento disinfettanteantibattericolenitivoastringente
- deve avere un sapore gradevole.
A mio parere, la migliore base da cui partire é la polvere di pomice, meno abrasiva del bicarbonato, del sale e dell’argilla – ingredienti presenti nelle ricette che il mio paziente aveva trovato. A questa si possono aggiungere per le loro proprietà e caratteristiche peculiari olii essenziali di arancio, menta, rosmarino, tea tree, polvere di curcuma, salvia e, se si preferisce il dentifricio in pasta, basta aggiungere della glicerina.
Poi ho puntato il dito su una ricetta “Dentifricio all’acqua ossigenata” dicendo: decisamente mai!
La ricetta consigliava di utilizzare l’acqua ossigenata per creare un dentifricio sbiancante da utilizzare una volta alla settimana. “È sufficiente mescolare 2 cucchiaini di acqua ossigenata e 3 cucchiaini di bicarbonato, fino ad ottenere un composto utilizzabile come dentifricio. Si può aggiungere una goccia di olio essenziale di menta e un pochino del proprio normale dentifricio”.
No. Lo ribadisco: no!, l’acqua ossigenata è bandita dal cavo orale perché irrita i tessuti molli e le mucose e non serve a pulire meglio le superfici dei denti.
“Dentifricio sbiancante alla cenere: cenere di legna filtrata 2 cucchiaini, succo di limone 2 cucchiai, un pizzico di sale”. Anche qui un bel “no!” perché non si devono mai spazzolare i denti usando acidi.
A parte quindi sale, bicarbonato e argilla da sostituire con polvere di pomice, bandire assolutamente acqua ossigenata e acidi come il succo di limone, le ricette che si possono trovare sul web, per ingredienti e quantità, possono andare bene – sempre che non vi siano problemi particolari a denti e gengive e un consulto con il proprio dentista prima di cimentarsi nell’impresa, come ha fatto il mio paziente, è comunque raccomandato.
Sia che decidiate di creare il vostro dentifricio in pasta o polvere, non immergete lo spazzolino direttamente nel barattolo ma prelevate il prodotto con un cucchiaino di legno e versatelo sullo spazzolino, per evitare la proliferazione batterica.